L’insula degli anti-morosi. Intervista ad Alfredo Romeo

L’immobiliarista Alfredo Romeo: “L’idea di riqualificare l’area antistante il porto di Napoli grazie all’erogazione di servizi efficienti che convincano a pagare i tributi i troppi napoletani che eludono è stata presentata nel 2012 ma giace senza risposta nei cassetti del sindaco de Magistris”. Intanto, impazzano scippi e rapine. “Qui chi si impegna rischia guai”. “Ci vuole un altro sindaco”.

Il caso ha voluto che lo scippo dell’orologio Hublot da 35mila euro ai danni di un turista irlandese fosse consumato proprio davanti all’occhio vigile (e funzionante) di una delle telecamere private sistemate all’ingresso del Grand Hotel Romeo (cinque stelle prestigioso, è “il quarto albergo al mondo per stile e qualità”) in via Marina a Napoli e che – grazie a quelle immagini – è stato possibile individuare subito il malvivente. “Amara consolazione – commentano in  zona – perché videosorveglianza, riqualificazione, recupero urbano e sicurezza nell’area intorno a via Marina sono proprio le richieste che, tra polemiche e tira e molla, l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo chiede da tempo ai politici locali”. A loro, Romeo ha illustrato il progetto Insula, che dal marzo 2012 giace nei cassetti della giunta a palazzo san Giacomo. In questi giorni, l’assessore alle infrastrutture Carmine Piscopo si è detto disposto a riprendere il dialogo su Insula. Qualcosa sembra muoversi: ma è davvero così? Alfredo Romeo, 62 anni, casertano, capo del gruppo immobiliare che ha gestito per 22 anni il patrimonio edilizio del Comune di Napoli e che ha ottenuto in cura gli edifici pubblici a Roma, Milano, Firenze, Venezia – sorride un po’scettico. E accetta di raccontarsi a retenews24.it.

– Riqualificazione e messa in sicurezza dell’Insula, l’area di 4 ettari e mezzo intorno a via Marina a Napoli: è la volta buona?

“Finora, da parte della giunta comunale di Napoli ho registrato solo sciatteria, incapacità, inerzia. E l’assenza assoluta di una seria idea di città”.

– L’assessore Piscopo, però, sta mostrando disponibilità.

“ Il progetto esecutivo giace nelle mani del sindaco de Magistris da marzo 2014: perché? Prevede un investimento del privato da sei milioni di euro, lavori di riqualificazione urbana (fogne, strade, illuminazione, giardini, fontane), il recupero dei tributi, servizi di qualità”.

– Non è che magari manca la qualità?

“A elaborarlo sono stati i tecnici che hanno rimesso a nuovo Barcellona. Con la differenza che a Barcellona gli investimenti sono stati pubblici, mentre qui tutti i soldi li mette il privato”.

– Ma allora, che cosa si aspetta?

“Che vuole che le dica: forse che il governo nazionale, di fronte all’inerzia del sindaco, spedisca a Napoli un altro commissario come ha già fatto per Bagnoli”.

– Il gruppo Romeo gestisce i servizi di facility di presidenza del Consiglio, Quirinale, Senato, Corte dei conti, ministero dell’economia, i palazzi di giustizia della Campania oltre a 40 milioni di metri quadrati di immobili pubblici e privati: un colosso, insomma. Ma che cosa garantisce al Comune di Napoli?

“Abbiamo assicurato che in 12 mesi avremmo concluso i lavori. E che nell’area ci sarebbe stato un incremento dei tributi del 250 per cento. Prevediamo incassi per tre milioni e mezzo all’anno. Ecco: se ci avessero dato ascolto, oggi Insula sarebbe già realtà”.

– C’è chi insinua: il gruppo Romeo intende impadronirsi, fetta dopo fetta, della città di Napoli.

“Il nostro interesse è creare un modello. E far nascere un nuovo mercato, che tra l’altro rappresenta il futuro perché di soldi in giro non ce ne sono. Se davvero si vuol rilanciare l’economia, bisogna valorizzare l’esistente nelle forme più attraenti, moderne e produttive”.

 – Il turista scippato l’altro giorno era un cliente del suo hotel?

“Sì, è un politico irlandese qui in vacanza con la famiglia”.

– E già fuggito via?

“ Per fortuna, ha scelto di rimanere a Napoli anche dopo l’aggressione subìta”.

– La sua telecamera, al contrario di quelle pubbliche, funziona perfettamente. E ha filmato lo scippo.

“Sa quante telecamere ho in azione intorno all’hotel? 78. E funzionano tutte. Nessun edificio in Europa è così presidiato. Questo, per me, vuol dire fare sicurezza sul territorio”

– Il sindaco De Magistris l’accusa di voler privatizzare anche l’aria.

“A Istanbul il Grand Hotel più bello e prestigioso è nato da un ex carcere affidato ai privati. Insula non è di certo un’iniziativa estemporanea tipo “Adotta un’aiuola” o altre cosette del genere”.

– Invece, che cosa è?

“Un progetto di alto livello,  complesso, articolato, pensato nell’interesse di Napoli”.

– In che senso?

“Nell’area coinvolta migliorano le condizioni di vivibilità (compresa la riqualificazione energetica degli edifici, con la possibilità di vendere energia agli altri condomini)) senza che il cittadino debba pagare neanche un euro in più del dovuto in termini di tributi. Idem per il progetto che riguarda Ponticelli e quelli relativi alle altre aree esaminate”.

– Il premier Renzi, con il decreto Sblocca-Italia, sembra aver voluto legittimare la filosofia di Insula.

“Appunto. L’articolo 24 prevede che si possano recuperare pezzi di città grazie a modelli integrati auto-sostenibili economicamente e animati da soggetti privati ed enti locali. Si propone una defiscalizzazione graduale e un meccanismo in cui il Comune fa da garante e il privato da gestore che eroga i servizi”.

– Racconti Insula, se può, in una sola frase.

“E’ un grande condominio urbano. Un volano che genera ricchezza. A operazione conclusa, il valore catastale degli immobili nell’area subisce un incremento che oscilla tra il 25 e il 33 per cento”.

– Qual è la filosofia del progetto?

“Si sa che un Comune non riesce a fare monitoraggio e che perciò non può sapere – per esempio – quanti passi carrai ci siano in un quartiere, né quante targhe professionali o insegne su cui va pagato il tributo siano state affisse ai muri”.

– E dunque?

“Tale ignoranza fa sì che centinaia di migliaia di euro di tributi vengano ogni anno elusi e che il Comune non incassi che le briciole. Affidando la gestione a un soggetto privato professionalmente capace, la musica cambia”.

– In che modo?

“Gli introiti crescono, i servizi funzionano. E tutti ci guadagnano”.

– Indurre i napoletani a pagare i tributi, dicono, è impresa velleitaria. E’ d’accordo o no?

“Il mio Hotel paga ogni anno 150mila euro per la spazzatura. E non può neanche disporre d un’isola ecologica. Le sembra normale? La verità è che là dove i servizi soddisfano, si registra il boom dei tributi pagati”.

– Anche a Napoli?

“ I napoletani non fanno eccezione, anzi sono tra coloro che – se i servizi sono adeguati – pagano più volentieri”.

– Il suo gruppo ha gestito per 22 anni il patrimonio immobiliare pubblico a Napoli: che cosa rimpiange di più?

“Quando abbiamo iniziato, il Comune incassava tre miliardi di lire all’anno dai canoni di affitto. Quando abbiamo interrotto, incassava 46 milioni di euro”.

– Romeo quanto costava ai contribuenti?

“Sei milioni”.

– A Roma, invece, come va?

“Quando abbiamo iniziato a gestire il patrimonio pubblico nella capitale, l’incasso era di 30 miliardi di lire. Ora, entrano in cassa 90 milioni di euro”.

– Vuol dire che fate miracoli?

“ No, che ci si limita ad applicare bene la normativa vigente”.,

– A Napoli il vostro ruolo è svolto adesso da “Napoli servizi”, la società partecipata del Comune: quanto incassa?

“Il 50 per cento di quel che facevamo guadagnare noi”.

 – Ne è sicuro?

“Non solo: da noi vengono ogni giorno contribuenti che chiedono allarmati quanto, come, dove bisogna pagare i tributi. C’è caos, incertezza, paura. La gente è disorientata”.

–  Tra pochi mesi a Napoli si vota per il nuovo sindaco: è un bene o un male?

“ Che si vada al voto e si cambi è di sicuro un gran bene. Però…

– Però?

“Il problema serio è che non vedo una classe dirigente in grado di intercettare i bisogni reali e di esaudirli scegliendo gli strumenti giusti”.

– Neanche nel Pd?

“Vedo il Pd napoletano in difficoltà”

– Napoli è una rivoluzione fallita?

“Direi, piuttosto, una ricostruzione mancata”.

– Come giudica la Napoli di oggi?

“Ci vivo, è la città che più amo, mi sento avvolto nella sua bellezza”.

– E poi?

“Mi mette addosso un profondo rammarico”.

– Perché?

“So da imprenditore che qui si potrebbe fare tanto e bene, ma che senza un interlocutore politico affidabile tutto diventa arduo. E si rischia di ritrovarsi nei guai”.

– Guai di che tipo?

“Di qualsiasi tipo”.

– Insula è un progetto esportabile anche all’estero?

“Ne stiamo già discutendo a Londra. E anche a Dubai”.

– C’è chi la definisce un imprenditore spregiudicato e chi invece la ritiene un intelligente anticipatore: lei come si sente?

“Nel 1980 inventai a Napoli il modello integrato per la gestione dei patrimoni immobiliari pubblici che ora fa da punto di riferimento a livello internazionale. Nel mondo se ne sono accorti tutti, tranne l’attuale sindaco di Napoli che ha preferito affidare la gestione del patrimonio a Napoli servizi. Con i risultati, imbarazzanti che tutti possono verificare”.

Enzo Ciaccio

Intervista pubblicata originariamente su retenews24.it

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