C’è un ruolo per i privati nella riqualificazione urbana. Idee su un “new deal” italiano

Operatori privati a convegno con il Commissario Anticorruzione Cantone e il presidente della Commissione parlamentare Ambiente Realacci.

Ora che anche il governo ha intenzione di investire nella riqualificazione urbana per migliorare le condizioni di degrado e scontento che potrebbero alimentare disagio e violenza, le periferie e le città sono tornate a occupare un ruolo centrale nel dibattito pubblico. Proprio di questi temi si è parlato a Roma nel convegno “Gestire le città, la ‘risorsa Territorio’ per un New Deal italiano”, organizzato da ORP-Italia (Osservatorio Risorsa Patrimonio-Italia), in cui si sono confrontati istituzioni, mondo della ricerca e aziende sui modelli innovativi di partnership pubblico-privata per riqualificare le città e il territorio.

Sono intervenuti tra gli altri il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, il padrone di casa Alfredo Romeo presidente di Orp-Italia ed Ermete Realacci della Commissione ambiente della Camera.

“Il Real Estate italiano, che con tutti l’indotto dei servizi rappresenta circa il 20 per cento del pil del Paese ed occupa oltre 2 milioni di addetti, così com’è, è un mercato morto”, ha affermato Alfredo Romeo, secondo cui un cambio di passo non si può avere solo con maggiori investimenti: “Servono i soldi? Sì, ma servono le idee e nuove etiche, nuove regole, nuovi orizzonti. Ci sono margini straordinari per la ripresa di tutto il sistema, attraverso un rilancio dei servizi come strumento di economia reale e, a cascata, per tutto il territorio. È tempo di liberarsi di schematismi e pastoie legate a mentalità e strutture amministrative e normative che hanno vanificato, tranne rare eccezioni, i grandi piani di dismissione dei beni pubblici”.

Ci sono insomma molti margini per liberare idee e risorse valorizzando patrimoni attualmente poco produttivi, anche attraverso innovazioni normative che permettono ai privati di autorganizzarsi nella gestione di alcuni servizi in cambio di esenzioni e vantaggi fiscali. “La partnership pubblico-privato, in una fase economica con minori disponibilità di fondi pubblici, diventa uno strumento indispensabile per rimettere in moto il sistema dell’edilizia – sottolinea Raffaele Cantone, presidente dell’Anac – Ma anche in questo caso vanno rispettate tutte le regole, con chiarezza fin dal principio”. Anche Cantone auspica un maggiore intervento e coinvolgimento dei privati per rilanciare il settore, “purché ciò avvenga muovendosi sui binari della trasparenza e nel rispetto delle regole di leale concorrenza”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Ermete Realacci, secondo cui “puntare su politiche di riqualificazione urbana è strategico sia come azione anticiclica, che come azione per migliorare un patrimonio edilizio di scarsa qualità e sicurezza, rendendo più belle e vivibili le nostre città”, ma tenendo presente che l’uscita dalla crisi non può significare un ritorno a vecchi modelli: “Non possiamo ripartire dalla vecchia edilizia speculativa che consuma territorio senza produrre qualità. Occorre puntare, al contrario, su riqualificazione, innovazione, risparmio energetico, sicurezza e bellezza”.

Articolo pubblicato su IlFoglio.it il 27.11.2015

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