In una delle prime interviste dopo la libertà : le cose chiarite, i dubbi non risolti , gli interrogativi di una inchiesta “piena di scorrettezze”. “Non sono io il corruttore di Consip”
su Press la rassegna aggiornata
Staff
In una delle prime interviste dopo la libertà : le cose chiarite, i dubbi non risolti , gli interrogativi di una inchiesta “piena di scorrettezze”. “Non sono io il corruttore di Consip”
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A distanza di circa 6 mesi dall’assurdo quanto largamente pubblicizzato, arresto dell’avv. Alfredo Romeo, il Tribunale del riesame di Roma, in sede di rinvio, dopo l’annullamento della Suprema Corte che aveva accolto il ricorso della difesa su diversi punti di doglianza, ha finalmente liberato l’avv. Romeo, annullando in modo tombale l’ordinanza cautelare eseguita il 1 marzo 2017, su ordine del “precipitoso” GIP di Roma.
I difensori, avv. Alfredo Sorge e Francesco Carotenuto, vogliono sottolineare che anche l’azienda Romeo Gestioni S.p.A., raggiunta da misura cautelare in fase preliminare, è ora priva di qualunque prescrizione di natura penale, avendo sancito il Tribunale di Roma, circa una settimana fa con autonomo provvedimento, la revoca dell’interdizione comminata dal medesimo GIP che aveva disposto l’arresto dell’avv. Romeo, sottolineando la solidità e la trasparenza delle Società del gruppo Romeo, additate per mesi, in modo diffamatorio, come facenti parte di un “famigerato sistema”, che la stessa Cassazione ha definito come inesistente e frutto di una fantasiosa ipotesi investigativa mai riscontrata nei fatti.
La liberazione di oggi, riporta finalmente il quadro giudiziario che riguarda l’Avv. Romeo in equilibrio, in vista del processo ed in cui questa difesa dimostrerà l’assoluta inconsistenza dell’accusa mossa al proprio assistito, frutto di un teorema privo di qualunque fondamento logico e giuridico.
E’ bene ricordare che in questi mesi l’avv. Romeo, la sua famiglia e le sue aziende sono stati sottoposti ad un fuoco di fila di notizie infondate, false e diffamatorie che hanno rappresentato la triste immagine riprodotta dalla Procura di Napoli dell’imprenditore del Sud che se vincente non può essere anche “pulito”, che se porta al successo le sue aziende non è perché attorniato da una squadra vincente, ma per non precisati e precisabili motivi illeciti.
Un canovaccio triste solcato da invidie nazionali e da pressioni economiche dei gruppi imprenditoriali egemoni anche stranieri, più volte peraltro denunciate negli anni dalla Romeo S.p.A., a cui, purtroppo, l’organo inquirente campano non è stato impermeabile, come invece ha dimostrato di essere la Suprema Corte di Cassazione che ha giudicato solo in diritto, come dovrebbe essere, la vicenda e i punti critici che la difesa aveva costantemente evidenziato.
E’ opportuno ribadire che l’avv. Romeo, la sua famiglia e i suoi dipendenti sono stati sottoposti ad un’indagine della Procura di Napoli, senza precedenti, durata 4 anni, con metodi riservati, secondo la legge e secondo quanto ha scritto nella sua sentenza di annullamento con rinvio la Suprema Corte di Cassazione, ai più pericolosi criminali e terroristi, senza che sin dalla genesi dell’indagine ci fosse il benché minimo indizio di reati per cui quegli strumenti potessero essere usati, ed anzi piegando il codice di procedura penale ai propri desiderata; basti ricordare che l’avv. Romeo e la sua famiglia sono stati intercettati, addirittura durante un viaggio di piacere, su un aereo di linea ALITALIA diretto all’estero, fatto senza precedenti ad avviso di questa difesa, tenuto conto delle ipotesi di reato che a monte erano ipotizzabili.
La Suprema Corte di Cassazione, prima, il tribunale ordinario poi e il Tribunale del Riesame di Roma oggi in sede di rinvio, con il loro triplice verdetto di annullamenti, hanno censurato duramente questo modo di procedere, stabilendo la inosservanza della legge in molti passaggi di un’indagine che, lo si ricorda, oggi vede indagati gli stessi autori di quel piano investigativo per gravi reati di falso – reati per cui l’avv. Romeo e la Romeo Gestioni è parte lesa – , statuendo che non solo non esiste un sistema Romeo e che non esistevano ab origine, i presupposti per una detenzione in carcere, ma che in questa vicenda si è costruito un castello di carte privo di qualunque fondamento indiziario e giuridico, addirittura manipolando e falsificando il materiale di indagine pur di arrivare a provare quel teorema di accusa, per motivi che questa difesa ignora ma che certamente non possono lasciare sereni nessuno.
La difesa accoglie con grande soddisfazione la vittoria definitiva su tanti punti critici che sin da subito aveva sottolineato, e il ristabilirsi di una sana e regolare dialettica processuale, l’unica possibile in uno stato di diritto. Fiducioso nella legge e nel rispetto della magistratura il collegio difensivo continuerà il suo lavoro nelle aule di giustizia, unici luoghi deputati alla ricerca della verità ed in cui è certa l’innocenza del nostro assistito verrà provata al di là di ogni ragionevole dubbio.
Avv. Alfredo Sorge
Avv. Francesco Carotenuto
Il Giudice del tribunale di Roma ha respinto in maniera definitiva la richiesta di interdittiva per la Romeo Gestioni. I dipendenti dell’azienda possono finalmente lavorare.
Di seguito l’articolo di Titti Beneduce pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno di oggi:
(Staff)