Facility Management Day, intervista al presidente Alfredo Romeo

Intervista di Monitor Immobiliare ad Alfredo Romeo, presidente di IFMA Italia, in occasione del Facility Management Day a Milano.

“In Italia c’è molto da lavorare con il potere politico nel far comprendere un nuovo modo di gestire l’acquisizione dei servizi dalla pubblica amministrazione. Occorre fermarsi a una logica di gestione del territorio come strumento di sostenibilità economica.

Serve una classe nuova di manager del Facility. Cominciamo dal ‘Master per Facility Manager del Territorio’ di IFMA Italia che partirà nel 2017 e destinato a formare gli uomini del futuro urbano”.

La nuova sfida del Facility Management in Italia

Il post di seguito è una rielaborazione dei contenuti del FM Day dell’8 novembre scorso

Se oggi pensiamo al Facility Management ci viene subito in mente una gamma di servizi che stanno diventando sempre più centrali nell’organizzazione dei luoghi di vita pubblici e privati.

Il funzionamento e l’efficienza di spazi, strutture o aziende dipende sempre di più dalle attività di Facility Management, che permettono a queste realtà di crescere il loro business concentrandosi sulle attività core.

Si pensi ad esempio alle pubbliche amministrazioni o a quelle realtà che organizzano ogni giorno il nostro vivere nelle città: scuole, uffici, trasporti, enti territoriali. Tutti si affidano al Facility Manager e alle soluzioni sempre più strutturate e personalizzate offerte delle aziende del settore.

E’ per questo, dunque, che sempre più spesso si parla del mercato del Facility Management come di un mercato dei Servizi alle comunità complesse. Complesse, perché in quanto realtà grandi e organiche, le aziende o gli enti della PA generano problemi complessi e richiedono soluzioni efficaci (si pensi, appunto, agli ospedali o agli uffici pubblici).

Il Facility Management diventa allora un tassello importante verso un’integrazione completa tra aziende pubbliche, private, enti territoriali e istituzioni. Le PPP (partnership pubblico-private) siano un modello al quale ispirarsi, anziché – come spesso è stato fino ad oggi – qualcosa da cui fuggire per paura o diffidenza.

L’area del Real Estate, con i suoi 30 miliardi di nuovo costruito e i suoi 10 miliardi generati dalle attività di servizio al patrimonio, si presta più delle altre attività a questa fondamentale integrazione.

Un esempio? Pensiamo ai nuovi modelli gestionali integrati per le aree dismesse urbane e non urbane, che senza una gestione adeguata rischiano di finire nel degrado e nell’incuria. Oppure alle opere di riconversione e riqualificazione urbana (come l’area ex EXPO a Milano) che riescono ad estrarre valore dal patrimonio che già esiste ma che è stato fino a quel momento mal gestito.

Per questo, è necessario un Know-How che solo il Facility Management può mettere in campo, grazie all’esperienza e alla professionalità delle aziende che operano nel settore.

Ci sono opportunità per miliardi, da attivare grazie a nuove sinergie tra pubblico e privato e tra sistemi industriali diversi. Un processo di modernizzazione del comparto (si pensi alla digitalizzazione dei servizi e delle gestioni) è già in atto, ed una nuova classe di professionisti è già al lavoro per concretizzare queste occasioni.

Redazione

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