La Cassazione penale a sezioni unite dà ragione a Romeo: Nessun indizio di colpevolezza

Comunicato del Gruppo Romeo Gestioni

E’ la quarta volta in un anno Romeo Gestioni: noi capro espiatorio del caso-Consip

La Suprema Corte a sezioni unite: sono fondati i motivi del ricorso di Romeo Gestioni sulla insussistenza di ogni indizio e motivazione di reato. Provvedimenti di GIP e Riesame presi senza alcun credibile accertamento

I legali del Gruppo: “Ennesima prova che i procedimenti su Romeo sono costruiti sul nulla 
A carico del nostro assistito e delle sue aziende provvedimenti basati sul pregiudizio in dispregio degli indirizzi della Cassazione”

Quarta clamorosa sentenza della Cassazione penale – questa volta a sezioni unite – che dà ragione ad Alfredo Romeo e alla Romeo Gestioni sulla ”insussistenza di gravi indizi di colpevolezza” nei procedimenti a carico del Gruppo.

La Suprema Corte ha così ancora una volta dato un segnale di raziocinio in una vicenda procedurale che – affermano i legali del Gruppo, Francesco Carotenuto e Raffaele Ferola – fa acqua da tutte le parti e che ciò nonostante ha procurato danni enormi a persone e aziende. <In particolare – affermano i legali – si ribadisce che i provvedimenti cautelari a carico dell’avvocato Romeo e della sua azienda erano immotivati, infondati, pretestuosi e ingiusti”

“Nonostante le decisioni contrarie e chiarificatrici della Suprema Corte – sottolinea in proposito una nota della Romeo Gestioni – sono stati presi a nostro carico provvedimenti di esclusione del tutto arbitrari e pretestuosi, presi dalla Consip e dal suo ex AD, come confermano oggi le Sezioni Unite”

Romeo Gestioni ribadisce – a maggior ragione alla luce di questo ennesimo provvedimento a suo favore – di essere un’azienda sana e profondamente corretta e che è al centro di un attacco pretestuoso e violento, irrazionale e infondato – che mette a rischio la propria storia industriale e le vite di migliaia di dipendenti.

E’ la prova forte e chiara – sottolinea infine Romeo Gestioni – che eravamo al centro, con l’azionista Alfredo Romeo, di una manovra che mira a fare di noi l’unico capro espiatorio di una indagine che non guarda ai veri nodi affaristico-politici del caso Consip, pur da noi denunciati con esposti alla stessa Consip, all’ANAC e all’Antitrust a partire dall’aprile del 2016.

ROMEO GESTIONI SPA

La vera storia dei Circoli Tennis e Posillipo Con Romeo Gestioni: Incremento dei canoni dal 951 al 3.259 per cento in più (Nota per la stampa)

 

Pubblichiamo la nota integrale inviata alla stampa sulla questione Circoli Tennis e Posillipo, qui invece una rassegna stampa sul tema.


L’ex gestore del patrimonio immobiliare di Napoli:  
<Il vero scoop è spiegare le cose>.

Romeo Gestioni è obbligata a ritornare sulla vicenda dei presunti danni erariali per gli affitti del Circolo Posillipo e del Tennis di Napoli a tutela del proprio operato e dei rapporti occupazionali e con il mercato. E ritiene di offrire materiale buono per il migliore degli scoop: spiegare le cose.

La premessa è il fatto che senza Romeo Gestioni nessun bene del patrimonio immobiliare di Napoli e di quelle particolari strutture sarebbe mai stata regolarizzata. E qui alcuni numeri possono aiutare:

– Nel 1990 il Comune aveva censito e gestiva solo 5300 unità immobiliari. Nel 2012 Romeo Gestioni aveva censito e gestiva circa 60mila unità immobiliari.

– Nel 1990 il Comune incassava circa tre miliardi di lire (pari a 1,7 milioni di euro). Nel 2012 l’incasso tramite Romeo Gestioni era di circa 40 milioni di euro. Oggi è sceso a circa un terzo di quella cifra.

– Nel 1990 la morosità era del 90 per cento. Nel 2012 era contenuta nei limiti fisiologici del 10 per cento su un patrimonio sei volte più ampio.

– In otto mesi del 2012 con Romeo Gestioni dismissioni di 3000 unità immobiliari per 108 milioni di euro. Dal gennaio 2013 ad oggi dismesse poche decine di unità immobiliari.

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Alfredo Romeo sulla vicenda dei circoli e dei canoni d’affitto a Napoli – Lettera a Il Mattino del 18.07.2018

Pubblichiamo la lettera inviata dal Presidente Alfredo Romeo a Il Mattino del 18.07.2018 sulla vicenda dei circoli e dei canoni d’affitto:

Egregio direttore,
sono inzuppato e senza ombrello per questo acquazzone di metà luglio. Per la rilevanza data sulla pretesa partecipazione della Romeo Gestioni Spa ad una vicenda, definita “Affittopoli” – con tutto il senso criminalizzante attribuito a questa espressione – alla quale la società, che qui mi sento in dovere di rappresentare, è invece totalmente estranea. E sono costretto allora a rispondere sulla stampa all’invito a dedurre, che la Corte dei Conti tramite stampa mi fa pervenire.

Tra il 2013 ed il 2018, secondo l’atto della Corte dei Conti, non sarebbero stati riscossi canoni e/o indennità di occupazione per il godimento delle aree di proprietà comunale destinata a circoli sportivi (Il Circolo Tennis ed il Circolo Posillipo) per circa tre milioni di euro. E che c’entra la Romeo Gestioni SpA con la mancata riscossione di dette (supposte) somme, dal momento che la Romeo Gestioni ha riconsegnato il patrimonio al Comune con una puntuale, analitica e certificata documentazione nel dicembre 2012? E che la gestione del patrimonio immobiliare comunale e le relative riscossioni sono state affidate – e sono state svolte da quel momento – da altri soggetti?
Il problema che ci si sarebbe dovuto porre è diverso: perché la Procura della Corte dei Conti contesta il presunto danno erariale non a chi da 6 anni (dal 2013) lo starebbe provocando, ma alla Romeo Gestioni SpA?

Infatti, bastava informarsi un po’ rispetto alla macroscopicità dei dati (al di là di ogni considerazione sulla insussistenza del danno erariale per mancanza di attualità) per scoprire una circostanza elementare: e cioè che i contratti di locazione ad uso sportivo rientrano nella previsione dell’art. 27 della legge 27/07/1978 nr: 392. Pertanto i contratti di locazione del 2007 con il circolo Tennis e con il Circolo Posillipo – la cui riduzione al 10% dell’importo del canone periziato da Romeo Gestioni era stata espressamente disposta con decreto assessoriale – dopo il primo periodo di locazione (rispettivamente di sei e di otto anni) si sarebbero dovuti rinnovare ex lege, quindi, non tacitamente. Con l’effetto che detti contratti, regolarmente disdettati dalla Romeo Gestioni Spa, scadevano in un periodo successivo al 2012 e, quindi ancora, era il nuovo gestore a dover procedere ai contenziosi e alla riscossione di quanto, secondo la Procura, dovuto al Comune di Napoli. Disdette di cui l’Amministrazione era stata posta a conoscenza attraverso le specifiche informative, le relazioni semestrali, e con la stessa riconsegna della gestione a fine 2012; e delle quali in ogni caso qualunque gestore professionale e non improvvisato avrebbe dovuto accorgersi immediatamente. Il contratto con il Tennis scadeva il 31-12-2013 e quello con il Circolo Posillipo ancora dopo, quindi vi era almeno un anno di tempo per svolgere le eventuali attività che invece in circa sei anni non sono mai state svolte.

Non si racconta in questa vicenda, poi e invece, delle centinaia di contenziosi e istruttorie (che pure sono agli atti e sono stati tema di decine e decine di articoli scritti negli anni da giornali che oggi sembrano dimenticare una storia ventennale), avviati da Romeo Gestioni per moralizzare la “questione canoni” a Napoli per tutto il patrimonio immobiliare. E sì, anche per i Circoli del Tennis e Posillipo. Non si racconta delle scelte fatte dalle Amministrazioni, a cui Romeo Gestioni – non concessionaria come erroneamente afferma la stessa Corte dei Conti, ma titolare di un appalto di servizio – non aveva titolo per opporsi.

Perché, dunque, la Procura Regionale della Corte dei Conti si concentra sulla Romeo Gestioni e non su chi ha materialmente gestito e gestisce da sei anni il patrimonio comunale? Quale è stato l’effettivo ammontare dei canoni e delle indennità di occupazione di tutto il patrimonio immobiliare incassato dal Comune di Napoli dal 2013 ad oggi? Quale è stata la percentuale dell’incassato rispetto al dovuto? Come mai il piano di dismissione del Comune di Napoli non decolla dopo i 108 milioni rogitati da Romeo Gestioni nell’ultimo anno della sua gestione? E anche, se ed in quale misura l’utenza del patrimonio immobiliare comunale non costituisca un bacino di voti gestibile invece che una risorsa economica? Perché tutto questo passa sotto silenzio? Perché ancora una volta è Romeo che fa titolo? Perché?
Piove, governo Romeo!

Alfredo Romeo

Nuovo decreto del Consiglio di Stato: Romeo Gestioni resta al Cardarelli

Da Il Mattino del 27 maggio 2018:

L'ospedale Cardarelli

Appalto all’ospedale Cardarelli: la Romeo Gestioni rimarrà operativa nell’erogazione del servizio di pulizie del più grande ospedale del Mezzogiorno. In attesa della camera di consiglio, prevista per il 7 giugno prossimo, in cui il Consiglio di Stato si riunirà in composizione collegiale per decidere sull’annosa vicenda che ruota attorno all’appalto in questione, il 25 maggio, su ricorso urgente della Romeo Gestioni che aveva impugnato, chiedendone la revoca, il decreto presidenziale di sospensione firmato il 21 maggio scorso dal presidente Franco Frattini, il consigliere delegato Giulia Ferrari, della terza sezione, ha firmato un decreto in cui si chiarisce che «il decreto del 21 maggio espressamente dispone solo la “sospensione della esecutività dell’impugnata sentenza fino alla discussione collegiale in camera di consiglio” con la conseguenza che certamente non può essere interpretato nel senso di prevedere il subentro nell’appalto della Florida 2000», respingendo l’istanza di revoca. La Florida 2000 srl è il precedente gestore del servizio di pulizie, che nel 2014 non si aggiudicò l’appalto, vinto invece dalla Romeo spa.

La Romeo Gestioni, dunque, in considerazione di questa più recente pronuncia, fa sapere che resterà «operativa a tutti gli effetti», confidando nel fatto che «il 7 giugno il Consiglio di Stato, in composizione collegiale, porrà probabilmente fine a questa annosa vicenda in cui – sostiene – la Florida 2000 cerca di rientrare dalla finestra in un appalto che aveva perso in sede di gara a vantaggio di Romeo Gestioni».
 
L’appalto fu affidato alla Romeo in considerazione dell’offerta tecnica, ritenuta «più performante», e dell’offerta economica che «consentiva (e consente) al Cardarelli – sottolinea la società – il risparmio complessivo di circa 20 milioni di euro in quattro anni per la gestione della complessa gamma di pulizie di cui necessita la grande azienda ospedaliera». Dalle scale ai giardini, dalle corsie alle camere operatorie. Un appalto importante, finito al centro di un braccio di ferro giudiziario portato avanti a forza di ricorsi, finanche con l’interessamento dell’Anac (l’Autorità nazionale anticorruzione) che ha posto la sua attenzione sulla fase esecutiva del contratto e ha trasmesso gli atti alla Procura della Repubblica e alla Procura della Corte dei Conti. «I rilievi avanzati dall’Anac – è la replica della Romeo Gestioni – sono infondati perché puntano il dito su aumenti di corrispettivi che sono previsti, nei modi e nelle misure, dalla gara di appalto, e soprattutto perché sono stati trasferiti alla conoscenza della Florida e dell’amministrazione del Cardarelli senza darne comunicazione alla Romeo Gestioni con la richiesta delle eventuali e normali chiarificazioni e controdeduzioni. Non a caso contro questa procedura è stato presentato ricorso di urgenza al Tar del Lazio». La tesi della Romeo Gestioni fa leva non solo sull’aspetto economico («gli enormi risparmi garantiti al Cardarelli sono tutti all’evidenza dei rendiconti» sostiene), ma anche sulla qualità del servizio (indicando «gli oltre 150 encomi da parte dei reparti e delle strutture interne dell’ospedale che hanno avuto un riscontro costante sul piano della ottimizzazione del servizio») e sulla posizione assunta per portare il livello delle prestazioni a standard europei sul fronte della disciplina e del decoro sul posto di lavoro. «Dal 2014 a oggi la Romeo Gestioni, che per legge ha dovuto assorbire il personale in carico del precedente gestore, e cioè della Florida 2000, ha presentato 9 esposti all’autorità giudiziaria su possibili rischi di infiltrazioni criminali. Esposti – sottolinea la società – tutti indistintamente archiviati da Anac, Prefettura, Questura, Regione e Cardarelli». Tra le decisioni prese in questi anni la società evidenzia, inoltre, i 400 provvedimenti di contestazione a carico di 200 diversi dipendenti, 6 provvedimenti di ammonizione, 134 applicazioni di multe, 60 provvedimenti di sospensione dal lavoro, 10 provvedimenti di licenziamento, 6 trasferimenti ad altri cantieri. La Romeo Gestioni punta, dunque, sulla politica di trasparenza adottata negli anni e su una serie di altre argomentazioni, anche più strettamente tecniche e legate ai dettagli della gara, e sostiene di essersi aggiudicata l’appalto regolarmente. La Florida 2000, il precedente gestore che ha perso l’affare posizionandosi secondo nella graduatoria, ha ingaggiato la battaglia legale ipotizzando presunte irregolarità, con riferimento a una presunta «rinegoziazione» non consentita dalla legge. Ne è nato un caso, discusso dinanzi al Tar della Campania nel gennaio 2015, poi al Consiglio di Stato nel luglio di quello stesso anno, e di nuovo impugnato fino ad arrivare dinanzi al Tar del Lazio per la delibera Anac e ancora, più di recente, dinanzi al Consiglio di Stato (la terza sezione) per la vicenda dell’appalto. Per garantire il servizio di pulizie nelle varie aree dell’ospedale Cardarelli sono impiegati circa 350 lavoratori.

Viviana Lanza

Nota per la stampa – “Romeo Gestioni sempre contro la camorra e sempre lasciata sola. I dipendenti erano della Florida”

Pubblichiamo la nota inviata alla stampa il giorno 8 maggio 2018:

Napoli, 8 maggio 2018

Dal 2014, anno in cui Romeo Gestioni ha vinto l’appalto-Cardarelli, l’azienda ha fatto infinite
operazioni di monitoraggio e di controllo del proprio personale. E – ad oggi – non le è
pervenuta alcuna informativa da parte dell’Autorità Giudiziaria che la mettesse in allerta o al
corrente di pericoli di genere criminale sul suo personale. A maggior ragione, se ci fossero
stati casi di comportamenti di stampo camorristico.
E in ogni caso – a valle delle certificazioni autorizzative previste dalla norma – Romeo Gestioni
ha avviato procedure di controllo e bonifica del personale, senza mai – ripetiamo, mai – avere
riscontro di qualche genere dalle Autorità interpellate.
Pertanto è sorprendente, sospetto e gravissimo il tempismo con cui viene lanciata su siti e
giornali del 7-8 maggio una notizia per chiamare in causa e nei titoli la Romeo Gestioni –
ancora una volta senza ragione né fondamento – su fatti di cronaca che non la riguardano.
Questa enfasi su Romeo Gestioni (che evidentemente fa sempre titolo a prescindere dalle sue
oggettive responsabilità) ha il sapore di una intimidazione a 360 gradi, se si tiene conto delle
importantissime decisioni di Corte di Cassazione e Consiglio di Stato di cui è in attesa la stessa
Romeo Gestioni, che si trova così al centro di un ennesimo attacco mediatico gratuito e
gravissimo che rischia di danneggiare la vita delle ventimila famiglie che gravitano intorno alla
società. Ventimila famiglie.
E’ evidente che Romeo Gestioni adotterà ogni provvedimento necessario a propria tutela nel
caso avesse specifiche comunicazioni da parte dell’Autorità competente.
Anche per questo, e a memoria generale, sottolinea che per propria prassi di corretta
gestione, nello specifico caso dell’appalto-Cardarelli ha effettuato:

– Nove esposti all’Autorità Giudiziaria – tra ottobre 2014 e aprile 2016 – sui possibili rischi di
infiltrazioni criminali, che sono stati tutti, senza distinzioni, archiviati dalle stesse Autorità, tra
cui ANAC, Prefettura, Questura, Regione oltre al Cardarelli stesso ( Si veda allegato).

– Oltre 400 provvedimenti di contestazione disciplinare interessanti circa 200 diversi
dipendenti, che hanno dato luogo, a seguito del complessivo, conseguente iter
giuslavoristico anche di tipo giudiziale, a:

– 6 provvedimenti di ammonizione;
– 134 applicazioni di multe;
– 60 provvedimenti di sospensione dal lavoro;
– 10 provvedimenti di licenziamento;
– 6 trasferimenti in altri cantieri.

Come se non bastasse, i responsabili dell’azienda hanno avuto ripetuti incontri con il
prefetto dell’epoca – dottoressa Gerarda Maria Pantalone – per verificare la presenza o
insistenza di attività a rischio.
Di più, Romeo Gestioni su questi temi ha coinvolto anche il Tribunale di Napoli con
citazione del 3 dicembre 2016, come si potrà notare anche dalle cronache di quei giorni
(vedi allegati) che nessuno sembra ricordare.
A fronte di questo immane lavoro (e anche di risultati gestionali eccellenti sul Cardarelli,
come testimoniato da oltre 140 encomi delle varie strutture ospedaliere) – ripetiamo – mai
nessun riscontro è stato dato dalle varie Autorità interpellate a Romeo Gestioni.
Per questo Romeo Gestioni è costretta per l’ennesima volta a fare chiarezza e a chiedere che
altrettanta attenzione (meno morbosa ma più veritiera) elimini ogni sospetto sul suo operare.
La verità storica e documentata, in sintesi è la seguente:
– Romeo Gestioni ha vinto la gara per le Pulizie nell’Ospedale Cardarelli nel 2014
– Per legge, le società che subentrano ad altre in quel tipo di appalti devono assumere in toto
il personale già operante, e quindi era obbligata ad assumere il personale della precedente
ditta, la Florida.
– Per legge, e per prassi propria, Romeo Gestioni – prima di iniziare le attività – ha fatto una
analisi puntuale di tutte le identità prese in carico, chiedendo tutte le certificazioni necessarie
e previste alle Autorità preposte, Prefettura in primis, e non ha mai avuto indicazioni a
regolarsi diversamente.
Romeo Gestioni si riserva ogni azione a tutela della propria immagine e onorabilità.

Romeo Gestioni SpA

La Cassazione boccia i domiciliari per Romeo. Polemica con la Consip: frettolosi e incauti i provvedimenti su Romeo Gestioni

Di seguito la nota inviata alla stampa

Napoli, 9 marzo 2018 

La Corte di Cassazione ha bocciato e annullato con una sentenza inequivocabile il provvedimento del Riesame che aveva confermato i domiciliari nei confronti dell’avvocato Alfredo Romeo nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Napoli su presunti atti di corruzione.

Sulla vicenda, il collegio difensivo dell’imprenditore Alfredo Romeo (avvocati Francesco Carotenuto, Alfredo Sorge, Giovanni Battista Vignola) ha diffuso la seguente nota.

“La Corte di Cassazione ha annullato, e per la seconda volta nel giro di pochi mesi, i provvedimenti cautelari nei confronti dell’avvocato Alfredo Romeo. Provvedimento che in questo caso, così come in quello preso in precedenza dall’Autorità Giudiziaria di Roma nell’ambito della cosiddetta inchiesta Consip, non era – afferma la Corte – basato su alcuna legittima motivazione.

La Cassazione – sottolinea ancora il collegio difensivo – ha messo con evidenza in discussione l’assetto dell’impianto accusatorio costruito su una figura immaginaria dell’imputato del tutto alterata rispetto alla realtà dei fatti, al punto da chiedere quei passi restrittivi che la Corte ha poi bocciato, ma che hanno creato nel frattempo danni inenarrabili alle aziende dell’avvocato Romeo.

Soprattutto, sottolinea la Difesa, nelle azioni pretestuose della Consip a danno della Romeo Gestioni, con i suoi oltre ventimila lavoratori tra dipendenti diretti e dell’indotto. Consip, infatti, con una mossa solo mediatica e di grave azzardo giuridico, ha escluso da sei gare in corso Romeo Gestioni, non solo senza attendere le decisioni del Consiglio di Stato su un normale contenzioso amministrativo, ma ancor più senza attendere le decisioni proprio della Suprema Corte, di cui l’universo mondo era in consapevole attesa.

Una scelta, quella di Consip, che riteniamo sarà fortemente inficiata anche in virtù dell’attuale pronunciamento della Suprema Corte.”

Avv. Francesco Carotenuto

Avv. Alfredo Sorge

Avv. Giovanni B. Vignola

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