Il tribunale di Roma revoca lo stop alle gare pubbliche – RASSEGNA STAMPA

Il Giudice del tribunale di Roma ha respinto in maniera definitiva la richiesta di interdittiva per la Romeo Gestioni. I dipendenti dell’azienda possono finalmente lavorare.
Di seguito l’articolo di Titti Beneduce pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno di oggi:

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(Staff)

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Consip, la Cassazione accoglie il ricorso di Alfredo Romeo – Rassegna Stampa

Consip, la Cassazione accoglie in parte il ricorso di Alfredo Romeo. La suprema corte ha evidenziato dubbi sul “metodo” Romeo e sulla sua capacità di inflitrazione, tale da giustificare il pericolo di reiterazione del reato. Secondo i giudici, anche l’arresto di Alfredo Romeo non sarebbe stato motivato in maniera adeguata. Di seguito una rassegna stampa sul tema, dove vengono evidenziati i diversi punti toccati dalla Cassazione:

 

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In questo articolo de Il Mattino, invece, Massimo Adinolfi descrive la sentenza della Cassazione come una “lezione di diritto e di storia”:

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(Staff)

Comunicato Stampa: Il GIP Conferma Romeo Gestioni pienamente operativa

Di seguito la nota inviata alla stampa con la posizione ufficiale della Romeo Gestioni

Napoli, 21 giugno 2017
Il GIP conferma: Romeo Gestioni pienamente operativa

Con un documento ufficiale notificato il 20 giugno scorso, il Gip di Roma, dottor Gaspare Sturzo, ha confermato la sospensione di ogni interdittiva per la Romeo Gestioni.

Decisione ratificata in seguito all’asseveramento che il piano strategico di intervento su obiettivi e procedure relative all’organizzazione del lavoro, è pienamente corrispondente alle indicazioni a suo tempo avanzate dallo stesso GIP.

Romeo Gestioni è dunque pienamente operativa, nella convinzione che il piano – per come approvato – sarà del tutto implementato nelle prossime settimane, secondo un preciso scadenzario.

Non ci sono dunque restrizioni di alcun tipo nelle relazioni tra Romeo Gestoni e le Pubbliche Amministrazioni. Ragione in più per sottolineare con ancor più vigore il fatto che Consip ha commesso un abuso amministrativo escludendo Romeo Gestioni dalla gara FM4.

Abuso di fatto che – al netto delle vicende politiche che coinvolgono la centrale acquisti del Ministero delle Finanze – è maturato su presupposti già censurati e cioè:

– Una decisione presa in una fase di procedimento preventivo e cautelare e dunque senza che ci sia alcun giudicato, di alcun grado giudiziario, che sancisca una qualche responsabilità o colpevolezza su qualsivoglia tema da parte di Romeo Gestioni.

– Una decisione presa in dispetto della sentenza della Cassazione che ha rinviato a nuovo Riesame l’arresto di Alfredo Romeo, per vizi accertati di cui non si hanno ancora le motivazioni.

– Un provvedimento, quello di Consip, che contrasta e scavalca la decisione del GIP di Roma, dottor Gaspare Sturzo, il quale – come visto – ha sospeso ogni decisione nei confronti di Romeo Gestioni.

– Un provvedimento, infine, firmato dall’amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, che dagli atti del processo, risulta non aver tempestivamente denunciato all’Autorità Giudiziaria pesanti pressioni nei suoi confronti da parte di concorrenti di Romeo Gestioni. Fatti da lui stesso confermati come persona informata dei fatti e che hanno scatenato la bagarre politica in corso su Consip.

Romeo Gestioni – ancor più dopo la ratifica della sospensione dell’interdittiva – conferma che avverso il provvedimento di Consip agirà in tutte le sedi penali, civili e amministrative a propria difesa.

Romeo Gestioni SpA
(Lo Staff)

Comunicato Stampa: Romeo Gestioni, un abuso di Consip l’esclusione dalla gara FM4

Di seguito la nota inviata alla stampa con la posizione ufficiale della Romeo Gestioni sull’esclusione dalla gara FM4.

Napoli, 16 giugno 2017 

Apprendiamo con stupore e profonda preoccupazione e respingiamo con fermezza il provvedimento di Consip di escludere Romeo Gestioni dalla gara FM4.

Una decisione presa in una fase di procedimento preventivo e cautelare e dunque senza che ci sia alcun giudicato, di alcun grado giudiziario, che sancisca una qualche responsabilità o colpevolezza su qualsivoglia tema da parte di Romeo Gestioni.

Una decisione presa in dispetto della sentenza della Cassazione che ha cancellato il provvedimento di arresto di Alfredo Romeo, con rinvio a nuovo Tribunale del Riesame, per vizi accertati di cui non si hanno ancora le motivazioni.

Un provvedimento, quello di Consip, che contrasta e scavalca la decisione del GIP di Roma, che ha sospeso ogni decisione nei confronti di Romeo Gestioni fino alla data del 31 luglio prossimo.

Un provvedimento, infine, firmato dall’amministratore delegato di Consip che, dagli atti del processo, risulta non aver tempestivamente denunciato all’Autorità Giudiziaria pesanti pressioni nei suoi confronti da parte di concorrenti di Romeo Gestioni. Fatti da lui stesso confermati come persona informata dei fatti.

Avverso il provvedimento di Consip, Romeo Gestioni agirà in tutte le sedi penali, civili e amministrative a difesa della propria immagine e dei propri interessi.

Romeo Gestioni SpA
(Lo staff)

Caso Consip, rassegna stampa del 12 aprile

In merito alle notizie degli ultimi giorni, pubblichiamo una rassegna stampa degli articoli più significativi di quotidiani online e cartacei.

In questo articolo de Il Mattino dell’11 aprile si spiega il motivo del ricorso degli avvocati di Alfredo Romeo per la vicenda dei “pizzini”:

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Mentre sul quotidiano Il Golfo, le prime notizie sulle ipotesio di falso sull’interpretazione delle intercettazioni:

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Il Corriere del Mezzogiorno dedica invece un approfondimento sul tema:

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In questo editoriale, Massimo Adinolfi affronta il problema della “mala giustizia”:

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Mentre Francesco Pacifico racconta quale è la vera situazione del Gruppo Romeo a seguito delle vicende giudiziarie:

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Un ispirato editoriale di Nicola Quatrano sui conflitti interni dei procedimenti:

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Infine un’intervista a Annalisa Chirico, presidente di “Fino a prova contraria”, movimento di sensibilizzazione e promozione per una riforma giudiziaria: “Il caso Consip è la prova che inchioda la giustizia politicizzata ed il giornalismo da trascrizione“.

(Lo Staff)

Alfredo Romeo Londra

La Difesa di Romeo: Ecco i bonifici per comprare il palazzo nel centro di Londra. Tutto trasparente, tutte le carte sono a disposizione degli inquirenti

Il Collegio difensivo dell’avvocato Alfredo Romeo, composto dagli avvocati Francesco Carotenuto, Giovan Battista Vignola e Alfredo Sorge ha diffuso la seguente nota congiunta per la stampa riguardo i fondi spostati a Londra e gli sviluppi sulla vicenda Consip:

Napoli, 8 marzo 2017

Sulle assurde notizie riguardanti i presunti movimenti irregolari di denaro all’estero, va detto quanto segue:

– I trasferimenti di fondi a Londra erano tutti destinati all’acquisto dell’intera e assoluta proprietà di un importante cespite nel pieno centro di Londra, in Park Lane, di cui alleghiamo foto.

– Tutti i trasferimenti sono stati di una assoluta trasparenza. E per la precisione

– Disposizione da parte di Romeo Partecipazioni – il 23 novembre 2015 – di bonifico per un importo di £/sterlina 8.270.000 (pari a euro 11.871.046,27) a favore della Forsters LLP, quale acconto per l’acquisto dell’immobile.

– Disposizione di bonifico – il 4 dicembre 2015 – di sterline 78.000.000,00 (pari a euro 108.725.954,84) a favore di Romeo London ai fini del saldo dell’acquisto dell’immobile, che è stato effettuato il 15 dicembre 2015 per un importo di £sterline 77.757.930,32.

– Le uniche entrate nella Romeo London sono quelle derivanti dai canoni in essere nello stesso fabbricato acquistato.

– Non ci sono dunque movimenti “strani” di denaro: diversamente sarebbe il primo caso di costituzione di fondi irregolari all’estero fatta con un bonifico internazionale garantito e certificato da banche.

– E’ tale la trasparenza e la chiarezza di tale operazione, che sin da ora il Gruppo Romeo e la società Romeo London sono pronte a fornire qualunque documentazione su questa vicenda a qualsiasi Autorità Giudiziaria.

Quanto all’inchiesta Consip, il collegio di Difesa specifica che:

– L’avvocato Alfredo Romeo non conosce Luca Lotti né Tiziano Renzi. Né ha mai conosciuto i generali Del Sette e Saltalamacchia. Né, meno ancora, alcuno dei componenti delle commissioni aggiudicatrici dei bandi di gara Consip.

– L’avvocato Romeo non ha mai dato soldi a nessuno.

– Alfredo Romeo e Romeo Gestioni non sono beneficiari di alcuna gara tra quelle aggiudicate da Consip nel periodo sotto osservazione dei magistrati.

– Alfredo Romeo e Romeo Gestioni si ritengono gravemente danneggiati nello svolgimento di almeno tre gare indette da Consip: “Energia”, “Pulizia Scolastica” e “Luce”.

– I suddetti lotti sarebbero stati poi assegnati a imprese che – si legge sulla stampa – risultano essere legate a personaggi politici. Le stesse imprese erano quelle denunciate con esposti da Romeo Gestioni, prima ancora che vi fossero le graduatorie.

– L’avvocato Romeo e Romeo Gestioni si considerano anche danneggiati nelle valutazioni discrezionali di Consip relative alle graduatorie dei lotti “Lombardia” e “Roma Municipio 1” nell’ambito della gara nota come FM4.

Alfredo Romeo non è un corruttore

Indagini fuori norma, procedure alterate, prove inutilizzabili: Alfredo Romeo va immediatamente rilasciato – NOTA PER LA STAMPA

Pubblichiamo una memoria consegnata al GIP che contesta l’approccio investigativo a carico dell’imprenditore e la custodia cautelare. Gli avvocati di Alfredo Romeo hanno presentato istanza al Tribunale del Riesame di Roma: “Romeo non è un corruttore, anzi è persona offesa: basta vedere i suoi esposti in Consip e all’Anac“. C’è stata una incredibile interpretazione nelle intercettazioni, l’esperto di cleaning è diventato l’esperto di crimine.

Napoli 6 marzo 2017

Il Collegio difensivo dell’avvocato Alfredo Romeo, composto dagli avvocati Giovan Battista Vignola, Francesco Carotenuto e Alfredo Sorge ha diffuso la seguente nota congiunta per la stampa:

L’avvocato Alfredo Romeo si è avvalso della facoltà di non rispondere al GIP di Roma, Gaspare Sturzo, nel corso dell’interrogatorio di garanzia di questa mattina.

Il nostro assistito ha affidato la sua versione dei fatti ad una nostra articolata memoria difensiva, già depositata al Pm di Napoli ed alla Procura di Roma, ma va subito detto che Romeo non era privilegiato da Consip, ma anzi era emarginato. Al punto che ha presentato un esposto, in Consip e per conoscenza all’Anac e all’Antitrust, nell’aprile del 2016.

Ora siamo in attesa della fissazione della udienza innanzi al Tribunale del Riesame.

Ma contestualmente abbiamo avanzato – sempre in data odierna – istanza di revoca della Misura cautelare in atto, sulla base di numerose violazioni ed anomalie sostanziali e processuali, come si potrà evincere dall’atto che alleghiamo per conoscenza.

Infatti nella documentazione del GIP mancano soprattutto gli atti, in possesso della Procura della Repubblica di Napoli, che avrebbero permesso alla difesa dell’avvocato Romeo il controllo sul corretto svolgimento del percorso processuale che ha portato agli atti ed alle attività processuali confluite nel presente processo, in particolare per quanto attiene alla iniziale “notitia criminis” che ha permesso al PM partenopeo di iscrivere l’indagato nel registro delle notizie di reato ex art. 335 c.p.p. ed alla conseguente emanazione e successione dei decreti autorizzativi delle intercettazioni, adottando la normativa in materia antimafia.

Infatti tra le macroscopiche anomalie processuali va evidenziato che le intercettazioni telefoniche ed ambientali per gravi reati di stampo mafioso ipotizzati, hanno avuto avvio – e si sono susseguite – sulla base di un equivoco in ordine all’ascolto di una frase di uno dei dipendenti del gruppo che è un esperto di “cleaning” (servizi di pulizia), il quale viene ripetutamente riportato nelle informative e nelle richieste del  PM come “l’esperto del crimine” della Romeo.

Del tutto inutilizzabili poi risultano, tanto le intercettazioni ambientali e telefoniche, quanto i documenti denominati “pizzino” acquisiti al di fuori di ogni regola processuale.

Omissioni, incoerenze e discrasie temporali, dunque, non solo rilevanti sulla legittimità del procedimento sotto il profilo formale; ma fondamentali sotto il profilo sostanziale, perché solo attraverso la verifica delle autorizzazioni delle intercettazioni, potrà valutarsene o meno l’attendibilità e l’utilizzabilità.

In presenza di tali discrasie, incoerenze e omissioni, uniti alle perplessità manifestate dagli stessi PM romani in merito alla legittimità dei comportamenti investigativi finora tenuti nell’espletamento delle indagini (al punto da spingerli a revocare le indagini stesse ai carabinieri del NOE – cioè proprio quegli investigatori che finora hanno effettuato gran parte delle indagini – e ad aprire un fascicolo contro ignoti per l’abnorme diffusione di notizie a norma di legge coperte da segreto istruttorio), l’avvocato Romeo non è stato posto in condizione di difendersi compiutamente e, pertanto, è stato costretto ad avvalersi della facoltà di non rispondere, anche per la strumentalizzazione mediatica e politica in atto, di cui si ritiene vittima.

Basterebbe ricordare, a tal proposito, che il primo marzo scorso, giorno dell’arresto dell’avvocato Romeo, il primo “lancio” di agenzia ANSA era in rete alle 8,13 del mattino, ma che molti siti di giornali già riportavano dalle 8 – 8,10 la notizia a tutta pagina on-line (e con amplissimi dettagli della ordinanza). Cioè, di fatto, contestualmente al momento in cui i carabinieri hanno bussato alla porte dell’avvocato Romeo.

Il Collegio Difensivo
Giovan Battista Vignola
Francesco Carotenuto
Alfredo Sorge

Il giudice e la cultura del limite, un convegno sullo stato della magistratura in Italia

In occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario dei penalisti italiani, lo scorso weekend a Matera si è tenuto il convegno “Il giudice e la cultura del limite” organizzato dall’Unione delle Camere Penali Italiane.

Si è parlato (qui il video) di equilibrio e limiti  della magistratura, con interessanti spunti su come migliorare il sistema della giustizia in Italia. Un sistema che troppo spesso pone veti alla politica e al mondo dell’imprenditoria, facendo un uso “estremo” del proprio potere. Fra gli ospiti, accademici, esponenti delle istituzioni e della magistratura.

Sono intervenuti: Giuseppe D’Addezio (presidente della Camera Penale di Basilicata), Vincenzo Bonafine (presidente della Camera Penale di Lagonegro), Rosa Patrizia Sinisi (presidente della Corte d’Appello di Potenza), Nicola Rocco (presidente dell’Ordine degli avvocati di Matera), Enrico Costa (ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Area Popolare-NCD-Centristi per l’Italia), Cosimo Ferri (sottosegretario di Stato del Ministero della Giustizia), Francesco Petrelli (segretario dell’Unione delle Camere Penali Italiane), Biagio De Giovanni (professore emerito di Filosofia politica presso L’Università degli Studi di Napoli L’Orientale), Eriberto Rosso (presidente della Camera Penale di Firenze), Ennio Amodio (professore emerito di Procedura penale presso l’Università di Milano), Lia Sava (procuratore della Repubblica aggiunto presso la Direzione distrettuale Antimafia di Caltanissetta), Vittorio Manes (professore di Diritto penale presso l’Università degli studi di Bologna), Giovanni Canzio (primo presidente della Corte Suprema di Cassazione), Gaetano Insolera (professore ordinario di Diritto Penale presso l’Università di Bologna), Beniamino Migliucci (presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane), Oreste Dominioni (professore ordinario di Diritto processuale penale presso l’Università Statale di Milano), Armando Spataro (procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino), Armando Veneto (presidente del Consiglio dei presidenti delle Camere penali italiane).

Parlano i dipendenti: “Romeo Gestioni siamo anche noi. Un’associazione a delinquere di persone perbene”

Pubblichiamo una lettera scritta dai dipendenti della Romeo Gestioni che hanno voluto dire la loro sulle ultime vicende che hanno riguardato il Gruppo in queste ultime settimane:

Al Procuratore della Repubblica di Napoli, dott. Giovanni Colangelo
Al Sostituto Procuratore di Napoli, dott. Filippo Beatrice
Al Pm dott. Henry John Woodcock
Al Pm dott.ssa Celestina Carrano
Al Direttore del Mattino dott. Alessandro Barbano
Al Direttore del Corriere del Mezzogiorno dott. Enzo D’Errico
Al Direttore di Repubblica Napoli dott. Ottavio Ragone
Al Direttore del Roma dott, Antonio Sasso
Al Direttore del TGR Campania dott. Antonello Perillo

Siamo i sottoscritti dipendenti del Gruppo Romeo e abbiamo la necessità – ma anche, crediamo, il diritto – che nell’ambito della bufera giudiziaria che si sta abbattendo sull’Azienda per cui lavoriamo, venga ascoltato e diffuso anche il punto di vista di noi dipendenti. Tra l’altro questo non violerebbe un segreto istruttorio, cosa che invece ci sembra di registrare quotidianamente.Siamo una squadra di circa 2300 persone (per non parlare di circa 17 mila addetti ai cantieri), che lavorano con onestà, professionalità e abnegazione molti di noi da tantissimi anni in un’azienda leader nel mercato dei servizi di gestione integrata e di facility management.

Ci ritroviamo a vivere, a distanza di pochi anni, il medesimo film, allucinante e destabilizzante, che purtroppo abbiamo già visto e vissuto con la vicenda cosiddetta del Global Service. Vicenda che – come è noto – , dopo circa sei anni di preoccupazioni, ansie, risvolti umani drammatici, si è risolta in un’assoluzione piena, sancita dalla Suprema Corte di Cassazione, di tutti coloro che erano stati coinvolti e delle società del Gruppo sottoposte a sequestro e ad Amministrazione Giudiziaria.

Furono proprio gli Amministratori Giudiziari, lo vogliamo ricordare, con una serie di relazioni al Giudice Penale, a manifestare, nel corso del loro mandato, il pieno apprezzamento per la serietà, la correttezza, l’alta professionalità del modus operandi, per le procedure e i sistemi di gestione, che venivano messe in campo a supporto di tutte le attività e i servizi erogati dalle aziende del Gruppo Romeo.

Una tempesta passata? Macché.

Ecco che è ricominciata una feroce gogna mediatica che sbatte il nome della nostra Azienda sulle prime pagine della stampa locale e nazionale (per non parlare del volano mediatico generato da Internet e dai siti Web) con titoli e articoli in cui si legge di “pizzini”, fatture false per operazioni inesistenti ma funzionali a costituire riserve di danaro in nero per pagare tangenti, consumazione “sistematicadi reati tributari, corruzioni, appalti truccati, abituale e seriale realizzazione di reati contro la Pubblica Amministrazione e concorso in associazione camorristica e mafiosa. Possibile mai che nessuno si sia mai accorto di nulla? Che nessuno abbia avuto il coraggio di alzare un dito e dire: “ma che stiamo facendo?”.

Non basta. Negli ultimi 4 mesi i nostri uffici hanno subito un’invasione determinata da quattro decreti di perquisizione, che moltiplicati per il numero degli uffici e delle case private sottoposte a indagine, hanno comportato 21 perquisizioni, nonché nel corso delle indagini, oltre 30 interrogatori. Avremmo voluto filmare l’ultima di queste perquisizioni, quella dello scorso 8 febbraio, che aveva le sembianze di un assedio militare, con oltre quaranta militari impegnati per acquisire documenti e archivi informatici, per interrogare e perquisire il personale intento al suo lavoro quotidiano. Se ricordiamo bene le immagini degli arresti di boss conclamati come Riina e Iovine o Zagaria, lo schieramento di forze era meno evidente.

Forse è stato un modo anche per intimidirci. Forse è legittimo. Però vogliamo pubblicamente dire che tutti noi dipendenti non ci riconosciamo affatto nell’ambiente di lavoro che viene descritto nelle note della Procura, e da quelle della stampa che quelle note riprendono pedissequamente.

Noi siamo tutti dal primo all’ultimo straconvinti e certi di lavorare in un contesto assolutamente sano, onesto, integerrimo, rispettabile, pienamente legale, di cui ci sentiamo parte integrante.

Noi siamo persone normali e perbene. Siamo tutti assidui, seri e onesti lavoratori, che si dedicano con impegno appassionato e professionale alle proprie mansioni, applicando le regole e le procedure imposte da severi sistemi di certificazione di qualità a livello europeo, riconosciuti alla nostra Azienda. Il nostro lavoro è quotidianamente improntato ad un codice etico rigoroso, che applichiamo in tutte le nostre attività lavorative, nel rapporto e nel confronto con i Committenti, con i Fornitori, con i Consulenti, che ci stimano personalmente e che ci rispettano come azienda.

Vi sembrerà strano, ma noi la sera torniamo a casa a testa alta. Parliamo con i nostri familiari senza vergogna. Abbiamo rapporti sociali civili e composti. E continuiamo a vivere così, anche se con fatica, dopo tutto il fango che ci viene gettato addosso. Fango che è già di per sé una sentenza. Senza dibattimento. Senza appello.

Per questo, ciò che siamo costretti a leggere ormai da mesi, non solo ci preoccupa e genera un amaro senso di precarietà e incertezza per il futuro. Ma soprattutto ferisce profondamente la nostra dignità di persone e di lavoratori. Il nostro onore, gentili ma indifferenti Signori.

L’onda mediatica generata dalle indagini così clamorosamente condotte, ci trasforma in complici di un’azienda in cui da anni operiamo e che sentiamo anche nostra e che sarebbe invece una fucina di reati della peggior specie. Addirittura una associazione per delinquere e addirittura di stampo camorristico. Siamo assolutamente certi della loro estraneità e della assoluta insussistenza di quanto ipotizzato dalla Procura..

No, no e no. NOI non siamo così né questo, per quanto si faccia per indurre la pubblica opinione a credere il contrario. E per questo intendiamo esprimere assoluta, piena e incondizionata solidarietà e vicinanza all’Amministratore Delegato e a tutti i colleghi e dirigenti coinvolti nell’indagine e raggiunti da avvisi di garanzia

Ebbene sì, noi lavoratori dipendenti del Gruppo Romeo, siamo parte orgogliosa di questa famiglia. E allora, se volete, di questa associazione a delinquere”. Perché ci sentiamo e siamo – Romeo.

I dipendenti del Gruppo Romeo

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