Mancata riscossione dei fitti del Comune: assolta la Romeo – La Repubblica

Pubblichiamo per intero l’articolo di oggi di Repubblica sull’assoluzione di Alfredo Romeo per il caso della riscossione dei fitti nella città di Napoli.

ASSOLTA la società Romeo, ex gestore del patrimonio comunale. Assolti due ex assessori al Patrimonio, Ferdinando Balzamo e Ferdinanzo Di Mezza e l’ex presidente della commissione patrimonio Amodio Grimaldi. Non dovranno risarcire il Comune di Napoli: così ha deciso la Corte dei conti con sentenza depositata ieri. La Procura aveva ipotizzato un danno erariale di quasi 90 milioni di euro. Al centro dell’inchiesta le mancate riscossioni dei fitti dal 1999 al 2007. Assolto Romeo (difeso dagli avvocati Stefano Cianci e Raffaele Ferola) perché l’atto di citazione nei suoi confronti è “inammissibile”. Il motivo? Il gestore non è stato ascoltato dalla Procura, non ha avuto la possibilità di far valere le sue ragioni. “Difetto di audizione”, un tecnicismo. Mentre per gli assessori e il consigliere comunale, difesi dagli avvocati Felice Laudadio, Ferdinando Scotto e Roberto De Masi, il collegio presieduto da Fiorenzo Santoro entra nel merito: “Mancano elementi probatori: la scelta di concedere piani di rateizzo ai morosi risponde a esigenze di natura sociale ed economica”. L’inchiesta nasce dai dati contabili della gestione tra 1999 e 2007: perdite pari “a 107 milioni di euro”, segno per la Procura di una “gestione fallimentare”. Ma Romeo incassa anche un “incentivo per buona gestione pari a 4,23 per cento” (1,1 milioni di euro), nonostante le conclusioni della magistratura contabile: “La grave inerzia dell’affidatario Romeo ha favorito gli inquilini morosi”. Perché dagli accertamenti del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza era emerso un “fenomeno della morosità per il periodo 1991 a 2007 per un totale di 132,6 milioni di euro di cui 7,4 milioni oggetto di rateizzi e 72 milioni in contenzioso. La percentuale di utenti morosi è superiore al 50 per cento ed è più alta per il patrimonio non di edilizia residenziale pubblica per il quale non valgono considerazioni relative all’indigenza economica degli inquilini”. Come si è arginata la morosità? La Procura ha evidenziato che “solo un numero esiguo di contenziosi è stato definito con sentenza di sfratto per morosità”. Risultato: nessuno sfratto eseguito, a fronte di una mole di 2079 azioni giudiziarie affidate a cinque avvocati. “La scelta di conferire incarichi legali – scrive la Procura – è stata irrazionale e contraria al principio di economicità in quanto non si è proceduto all’esecuzione dello sfratto e sono stati concessi piani di dilazione in violazione alla norma regionale”. Nel dettaglio: “piani di rateizzo oltre i termini consentiti dalla norma, rateizzazione concesse a chi era destinatario di ordinanza di sfratto, piani di dilazione a chi già aveva sottoscritto rateizzi”. Non solo. “Le attività posta in essere per il recupero delle morosità mediante decreto ingiuntivo risultano essere quasi nulle”. E Romeo “aveva escluso dalla morosità i beni assegnati a partiti politici, associazioni e enti istituzionali pur essendo debitori di 5,2 milioni”.

Alessio Gemma

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