Progetto redatto da Alfredo Romeo per il Comune di Napoli

Quale via d’uscita per la crisi finanziaria del Comune di Napoli? A quanto pare non sarà il decreto governativo detto “Salva Comuni” a risolvere la situazione perché la quantità di fondi prevista è irrisoria rispetto alle necessità. Così de Magistris si trova in una fase difficile e il piano presentato da Romeo Gestioni torna alla ribalta in quanto garantisce degli introiti dai beni immobili pubblici che attualmente non sono sfruttati.

Scopriamo nel dettaglio cosa è mutato: il piano dismissioni è articolato in circa 4 anni, ovvero fino al 2016, la fine della consiliatura di de Magistris; i beni disponibili sono molto diversi, si va dalle scuole inutilizzate alle chiese sconsacrate, dai circoli del tennis ai depositi dei pullman, un elenco consultabile nell’articolo del Corriere del Mezzogiorno che postiamo qui. La cifra annua derivante dalle dismissioni è stata stimata da Alfredo Romeo e il suo staff in 120-130 milioni di euro, cui andrebbe affiancato il progetto di valorizzazione degli immobili che includono impianti sportivi, biblioteche, centri congressi ma anche stazioni e sottopassaggi.

Alienando anche solo il 10% del patrimonio indisponibile si può arrivare a 300 milioni di euro, riducendo il debito che il Comune ha con i fornitori e le aziende di circa la metà, un’opportunità che il sindaco non dovrebbe lasciarsi sfuggire.

L’economia può ripartire se vengono messi sul mercato quei beni che ora rappresentano un costo fisso per i comuni, nel caso di Napoli si tratta di circa 12.000 alloggi residenziali (che quindi porterebbero incassi anche successivamente con l’Imu) e 450 unità immobiliari che, secondo il parere di Alfredo Romeo, sono una palla al piede per via delle manutenzioni necessarie e non sono nemmeno strategici per l’amministrazione comunale.

Palazzo San Giacomo, quindi, può mettersi al riparo seguendo questo piano di dismissioni, allo stato attuale l’unica via per evitare il dissesto.

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